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mercoledì 25 febbraio 2015

Peggio che una sconfitta

Ti rimane sullo stomaco. Ti indebolisce le gambe. Ti annebbia la mente. Ti delude profondamente, a volte da farti piangere. É l'andarci così vicino, ad un passo, ad un centimetro. Dopo mesi in cui si aspettava, si credeva, con il cuore. Proprio in quel momento decisivo. Sembra già tutto deciso. Deve andare così. Invece no, il vento, la sfortuna, non si sa cosa. Si cade. Non ci si arriva. Proprio per un pizzico. Quando proprio credevi di essere arrivato e gioire. Il giorno dopo provi a spiegare a chi non capisce, è dura: digerire e raccontare, tirare fuori tutto. Non si é spesso capiti. Eppure si ha l'immagine in testa, la sequenza per meglio dire. Punizione dal limite. Sotto la Nord. Ultimo secondo. Silenzio. Campo verde. Colori vivi. Fischio. Palla al centro. Attimi di apprensione. Colpo di testa. La palla va. Tutti sulle punte, senza fiato. Traversa. Palla ancora in gioco, tiro,respinge il portiere, ancora tiro, piede di uno sulla riga, palla lì, tiro... Tiro. Fuori. Clamorosamente fuori. L'arbitro indica gli spogliatoi. Eppure avevi pensato "ora é gol". Cerchi di non crederci, non realizzi. Come quei sogni che finiscono male, ti svegli e cerchi di cambiare il finale ma non va. Chiedi conferma in giro per far finta non sapere la risposta. Eppure era già tutto scritto, un pallone all'ultimo secondo in un derby sotto la curva, va dentro, non può, ripeto, non può andare fuori. Dopo minuti devastanti torni a casa, non hai fame, hai tanto sonno. Speri di svegliarti e che il pallone sia andato in rete ma niente. Il mattino dopo é ricco di sfottò . Orgogliosamente mostri i tuoi colori. Ma la ferita durerà ancora un po', proverai a non crederci ancora per un po', farà male ancora per un po'.