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giovedì 19 novembre 2015

Panathinaikos-Olympiacos: il derby dei nemici eterni

Sabato 18.15 ci sarà il Clàsico: Real-Barça, sicuramente la partita più guardata e chiacchierata in assoluto. Un altra partita degna di nota sarà giocata però solo 15 minuti dopo, lontano dai teleschermi delle tv europee, dal' attenzione dello spettatore medio:complice il basso tasso tecnico delle due squadre. Dopo la partita forse uscirà qualche trafiletto qua e là ,se ci saranno disordini rilevanti, e poco altro. 
Ciò non significa che il derby Atene non abbia fascino,sia ricco di storia e significato anzi probabilmente ne ha di più del confronto Catalunya-Stato spagnolo.        




 I problemi economici hanno attanagliato la Grecia e dunque il suo calcio che però ha una storia tutt'altro che irrilevante ed il significato di questa partita ,di certo non dipendente dalla bravura dei 22 in campo, non ha risentito del tracrollo economico.  Per capire bene i motivi di questa rivalità quindi bisogna ripercorrere la sua storia.


L'Olympiacos è della città di Pireo, ovvero il porto di Atene. È importante dire che le due città erano separate. Nonostante abbia avuto un ruolo strategico e da protagonista nella storia (dalle Polis, ai romani, per non parlare di Alessandro Magno ecc), negli ultimi anni dell'800 ed i primi del '900 il Pireo era un posto in difficoltà: povertà e disoccupazione imperavano; chi lavorava lo faceva nelle fabbriche. Situazione diversa ad Atene, in particolare, la condizione dei fondatori e tifosi del Pana era medio-buona. La società fu fondata ufficialmente Giorgos Kalafatis, un marinaio che insieme ad altri 40 atleti erano usciti da un'altra società che chiudeva la sua sezione calcistica. Il significato del nome in greco vuol dire "squadra di tutti gli ateniesi". I colori erano inizialmente il rosso ed il bianco ed il simbolo un pallone da calcio dell'epoca. Nel '11 lo stemma cambiò si optò per il trifoglio, simbolo di armonia, fortuna, natura ed unità. Si dice che fu ispirato da un atleta canadese con origini irlandesi che vinse la maratona ateniese nel 1906 vestendo una divisa bianca e verde con il trifoglio. 



L'Olympiacos invece fu fondato nel '25 dalla fusione di due club cittadini. I creatori furono un capo delle poste, un ufficiale militare, qualche lavoratore in porto oltre a notai e mercanti. Proprio quest'ultimo era il lavoro della famiglia Adrianopoulos che, irrimediabilmente, segno la storia del club. Infatti furono loro che si fecero carico di sostenere economicamente la squadra e soprattuto 5 figli giocarono nella società. Lasciando un marchio indelebile fino ad oggi. Yannis, Dinos, Giorgos, Vassilis e Leonidas. Yannis ebbe l'impatto più importante essendo prima calciatore, poi allenatore ed infine presidente della società guadagnandosi il nome di Thrylos "leggenda". Il nome ed il simbolo dei biancorossi fu suggerita da Notis Kamperos, ufficiale navale, che pensò ad un atleta forte e valoroso in modo da ricordare anche le olimpiadi ateniesi.
I successi dei biancorossi, e la loro estrazione sociale, li fecero simbolo delle classi operaie, e di tutti quelli che si credevano penalizzati dalle ingiustizie sociali, non solo ad Atene ma in tutto il paese. La squadra doveva dimostrare ai ricchi chi in realtà dovesse comandare.

 


La prima partita ufficiale si giocò nel giugno 1930 in casa del Pana che fissò il punteggio sull' 8-2 che costituisce ancora oggi la peggior sconfitta in tutti i 191 incontri. Nel corso degli anni le due società divennero le squadre più titolate di Grecia ed oltre ai motivi sociali che piano piano si andavano attenuando, di solito la partita è L'evento del campionato. Dal '60 (data di nascita del campionato greco ufficiale) ci sono stati 63 rossi e 53 rigori. Di certo questi non sono i fatti più rilevanti perché la bellezza di questa partita è sugli spalti. Gli spettatori si danno battaglia più o meno ( molto meno e poco più) corretta. Essendo delle polisportive entrambe, i tifosi si affrontano in ogni sport, dalla pallanuoto al basket al volley. Il calcio ovviamente è lo sport più seguito con il numero record di 74 000 spettatori all'Olimpico, ma gli animi non sono più calmi nei palazzetti. Ne è la prova la morte di Mihalis Filopoulos in un derby di volley nel 2007 che fece sospendere tutti gli sport per 2 settimane. Attirando maggiormente le attenzioni sugli ultras. Nel calcio troviamo altri episodi, dove per esempio qualche anno fa fu abbandonata la semifinale di coppa greca, oppure l'anno scorso quando al Apostol Nikolaidis (casa del Pana) l'allenatore avversario passò sotto la curva e i tifosi invasero il campo. Campionato sospeso. Non mancano lanci di oggetti come è accaduto recentemente al Karaiskais del Pireo all'allenatore dei verdi. La trasferta vietata non ha risolto i problemi di ordine pubblico, questo è ormai provato. Il gate 13 dei trifogli e il 7 dei biancorossi non smettono di darsi battaglia anche se indirettamente.




Le città si sono unite dopo il boom demografico post seconda guerra mondiale, sia ricchi che poveri tifano per entrambe. Rimane qualcosa di più profondo però fra le due parti. Nonostante la squadra del '25 continui a vincere da 10 anni arrivando a 42 campionati greci, 18 coppe e 4 super coppe, contro i 20, le 27 e le 4 dei cugini e primeggi nei derby (77 a 48)  la rivalità non si spegne e di certo "i veri ateniesi" continuano a sostenere la loro superiorità con i risultati internazionali ( finale di Coppa dei campioni' 71, semifinali '85, '96). Questo non sarà mai il punto. L'orgoglio di ciò che significa il club, città-porto, identità storica e culturale non potrà essere tolta dalla mancanza di fondi o talento in campo, dallo stradominio di una sull'altra a seconda dei periodi, repressione, divieti, sospensioni, parole e misure: loro saranno eternamente nemici.

1 commento:

  1. Sai che nel mio libro scolastico di antologia c'è una foto del tuo blog?

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